Finisce in carcere perché ha messo un like su un filmato pubblicato su Facebook . La scelta è stata presa dalla Cassazione con la sentenza 55418/2017 e riguarda un cittadino originario del Kosovo .
Nel dettaglio, l’uomo ha espresso il appunto gradimento con il classico ‘ Mi Piace ‘ su un video dell’ ISIS e ciò basta per giustificare la custodia cautelare in carcere per apologia del terrorismo.
L’uomo, da tempo residente in provincia di Brescia , è stato espulso dall’Italia , dopo essere stato già sottoposto a misura cautelare, annullata dal tribunale del Riesame.
Secondo la Suprema Corte “ il richiamo costante ed esplicito al conflitto bellico in corso di sviluppo sul territorio sirio – iracheno, contenuto nelle registrazioni pubblicate e condivise sul profilo Facebook dell’uomo rappresentava un idoneo e qualificato riferimento all’ISIS “.
Insomma è un “ serio indizio di colpevolezza ” mettere un like a un filmato che inneggia allo Stato Islamico. Da evidenziare, poi, che il Tribunale del Riesame aveva scagionato di fatto l’uomo perché non era stata dimostrata la volontà del kosovaro di “ riferirsi appunto all’ISIS e non ad altri combattenti ” attraverso le sue azioni sul social network.
Invece, la V sezione penale della Suprema Corte ha accolto il ricorso della Procura, affermando che i giudici del Riesame “non hanno tenuto conto dei contatti ” dell’uomo “ con altri soggetti già indagati per terrorismo ”.
Ecco, quest’ultimo è un punto che già mostra la vicenda sotto un’altra luce anche perché non vorremmo che ci fosse il pericolo che uno venisse condannato, ad ipotesi, per apologia di fascismo se mette un like in un video di Benito Mussolini condiviso su Facebook, no?